WingChun

WingChun

Wing Chun (“Eterna Primavera”) 咏春
Creato secondo la leggenda da una donna, (ma in realtà probabilmente un unione di conoscenze di diversi maestri) è uno metodo di combattimento  molto ben organizzato secondo principi tecnici che predilige le corte distanze. Caratterizzato dalla tipica posizione “a clessidra” nella maggior parte dei casi preferisce il numero di colpi alla potenza degli stessi (da cui il detto “cento colpi piccoli fanno un colpo grande”).
Nella nostra Scuola, con l’esperienza inglobata derivante dall’Hung Gar (essendo i 2 stili fortemente imparentati o influenzati) anche le parate e i colpi assumono una espressione Definitiva.

 

 

APPROFONDIMENTI: Storia dello stile

Il Wing Chun (cinese: 永春, 泳春, pinyin: yǒng chūn, Eterna Primavera) è uno stile di Kung-Fu derivato dal sistema di Shaolinquan del sud della Cina.
Ci sono molte leggende per lo più dai tratti simili (da cui si può dedurre che forse un reale filo conduttore ci sia). 
Cercheremo qui di ricostruire i dati più comuni.

Yim Wing Chun viene descritta come una giovane fanciulla dalla radiosa bellezza, tanto che attirò l’attenzione di un bullo locale che spadroneggiava in quella città con prepotenza, e pensava di poter avere ciò che voleva imponendosi sugli altri.
Wing Chun fuggì per cercare asilo nel vicino monastero della Gru bianca, dove dopo aver raccontato la sua storia fu accolta dalla monaca Ng Mui (py: Wú Méi). Ng Mui si dice sia una dei 5 antenati sfuggiti al rogo del monastero Shaolin del Sud (Nam Siu Lam o Nam Siu Lum; PY: Nan Shàolín 南少林), ma ci sono diverse discrepanze in questa teoria.
 Di fatto sicuramente padroneggiava uno stile di Gru dai movimenti corti e potenti (Gru Bianca, WG: Pak Hok Pai 白鶴派 PY: Bái Hè Pài) e quindi in un certo senso la sua discendenza da Shaolin (che aveva fondato i principi di “boxe imitativa”) era diretto.

Wing chun seguì il durissimo allenamento di Ng Mui per ben 3 anni, in cui imparò le 3 forme fondamentali dello stile:
– Siu Lim Tao (Piccola Idea) – che di per sé contiene quasi tutto il sapere dello stile.
– Cham Kiu (cercare il ponte) – altra caratteristica degli stili Shaolin.
– Biu Jee (“Dita che penetrano”, o “Lanciare le dita”… comunque il senso è lo stesso)

Con questa preparazione scese dal tempio e sfidò il bruto arrogante: se Yim Wing Chun avesse perso, lo avrebbe sposato… ma se Lei avesse vinto egli avrebbe dovuto lasciarla stare in pace per sempre.
 Il prepotente accettò, sicuro della sua mole fisica e certo che una donna (poi così ben fatta ed aggraziata) non avrebbe mai potuto batterlo.
Da considerare anche la mentalità maschilista di cui tutt’ora la cultura cinese è pregna.

La disputa si risolse in modo estremamente rapido a favore della giovane (anche se con svariati tentativi da parte dell’energumeno) e la vittoria fu così convincente che Wing Chun non ebbe più molestie dal suo avversario.

Qualche anno dopo, Wing Chun sposò il giovane Leung Bok Chao, mercante di sale a Fukien, che era un praticante di Hung Gar. Assieme i due modificarono il loro stile e lo migliorarono (reciprocamente) e il Wing Chun prese la determinazione e potenza dell’Hung Gar, mentre quest’ultimo si completò con la corta distanza.
Ciò che prima era l’insegnamento basato sullo stile della Gru bianca di Ng Mui, ora era stato trasformato in qualcosa di nuovo, che prese il nome di Wing Chun Kuen.
Altre leggende narrano di un ricco signorotto al posto del bullo, che nell’intimidire la giovane Yim Wing Chun, fece uccidere il padre.
In questo caso la storia rimane invariata nell’incontro con Ng Mui, ma si dice che al suo ritorno si vendicò uccidendo il prepotente signorotto (in alcune versioni grazie all’aiuto di Leung Bok Chao (梁博儔 PY: liáng bó chóu), per cui poi nacque l’amore).
Altre storie sono completamente avulse da queste versioni e non trovano nessuna corrispondenza.
E’ impossibile comunque determinare quale sia davvero reale come storia, ma dalla leggenda si intuisce una Unica Verità:
 il Wing Chun è uno stile creato da una donna, adatto per via delle sue tecniche anche alla fisicità di una donna e al suo abbigliamento 
(si noti come la stessa più famosa e principale posizione, Yee Gee kim Yeung Mah (posizione della clessidra) nel Wing Chun è eseguita più stretta e quindi meno sconveniente da attuare per una donna in termini di vestiti, calzature e femminilità.
 Bisogna rendersi conto che nella cultura cinese la difesa che ci porta a comportamenti sconvenienti è vista come forza bruta e animalità… mentre il controllo e la forma trasmessa nell’equilibrio creano il concetto di Arte, e quindi anche di superiorità).
Con l’intervento di Leung Bok Chao, lo stile prende anche una connotazione maschile rilevante (tant’è che lo stesso Leung Bok Chao lo insegnava nella sua scuola).
Il Wing Chun rappresenta molti concetti importanti non solo eliminando la differenza fisica tra i contendenti a duello, ma ha importato nel Kung Fu il tecnicismo ideale per essere compreso bene anche da menti così lontane da quella cultura come noi occidentali.

La diffusione del  Wing Chun Kuen nel tempo si deve sostanzialmente alla estrema praticità del metodo ed alla capacità dei suoi praticanti di battere spesso altri combattenti di differenti stili. 
Tornando al nostro percorso storico, Leung Bok Chao (forse passando da un suo allievo dal nome Leung Lan Kwai 梁蘭桂 PY: Liáng Lánguì) trasmise lo stile a Wong Wah Bo (黃華寶 PY: Huáng Huábǎo). Quest’ultimo faceva parte di un gruppo operistico ambulante, conosciuto come “Il gruppo della barca del giunco rosso” (Xi yu hong chuan zhongren jiejiao 喜與紅船中人結交), gruppo che viveva su una barca in Foshan (佛山, Fat Shan), nel XIX secolo circa.

Leung Yee Tai a sua volta trasmise il Wing Chun al medico Leung Jan (梁贊, aka Leung Tsan; PY: Liang Zan), grande esperto di arti marziali. Leung Jan divenne un eccezionale combattente e sostenne molti incontri (ricordiamo che all’epoca gli incontri concordati erano spesso vere e proprie sfide senza regole e che a volte solo il vincitore sopravviveva), senza mai essere sconfitto, tanto da diventare famoso nel sud della Cina col soprannome di “Re del Wing Chun”, divulgando così lo stile.
Furono famosi anche i suoi due figli: Leung Bik (梁璧 Liang Bi) e Liang Chunjie (梁春皆).

Da Leung Jan a Leung Bik (uno dei suoi due figli) e Chan Wah Shun (un suo allievo) fino a Yip Man, colui che insegnò parte del programma a Bruce Lee che lo fece conoscere all’America degli anni sessanta, tenendolo come nucleo tecnico e concettuale del suo Jeet Kune Do.

 

Caratteristiche dello Stile:
Le caratteristiche di questo stile sono da ricercare nell’assenza di schemi rituali (guardie, movimenti derivati dallo studio delle movenze degli animali ecc.) e nella capacità di condizionare il praticante alla ricerca dell’opportunità utilizzando il movimento dell’antagonista. Per questo è fondamentale il principio di sentire anziché vedere… e cioè: Quando vediamo arrivare un pugno è già partito ed i tempi di reazione devono essere brevissimi ma, se andiamo alla fonte del movimento, se riusciamo a “sentire” il corpo dell’avversario prepararsi a sferrare un pugno abbiamo più margini d’azione.
Altro principio basilare del Wing Chun Kuen è: non sprecare mai movimenti (massima efficacia con minimo sforzo).
Ecco che una parata non è tale se non è anche un attacco (ma con un concetto un po’ più insinuante del modo di concepire questo concetto da parte dell’Hung Gar), oppure parata ed attacco sono distinte di braccia ma frutto di un unico movimento. In ogni modo l’attacco e la difesa si uniscono in un unico concetto: una enorme rapidità.
Il principio fondamentale risiede nel considerare il proprio corpo come un sofisticato strumento di ricezione e reazione senza contrastare la forza con la forza, ma adeguando la propria reazione all’evoluzione del movimento dell’altro.
Ovviamente nel  Wing Chun Kuen se l’antagonista non ha azione si agisce anche senza aspettare.
E anzi spesso si prevengono i movimenti stoppandoli fin dalla loro concepimento, eliminando la loro possibilità di esistere grazie al movimento ravvicinato e alla tecnica delle mani appiccicose.
Un buon praticante deve considerare la sua azione come l’acqua che scorre. Cosi come l’acqua si fa strada nelle diverse situazioni costruendosi sempre uno spazio ed aggirando i blocchi che le vengono posti, un buon combattente entra nel raggio d’azione dell’avversario sfruttando tutte le strade che gli si aprono col movimento dell’altro.
Caratteristiche base sono: anticipare, schivare e seguire.
Il  Wing Chun Kuen è un metodo di combattimento che studia la motricità del corpo umano concentrandosi sullo studio delle linee di attacco e di difesa, e soprattutto sull’economia e la simultaneità dei movimenti. Non enfatizza l’uso della forza muscolare ma porta la sua attenzione su altri aspetti dell’individuo, quali precisione, velocità di pensiero ed azione, sensibilità, reattività ed efficacia dei movimenti, grande uso della strategia e dell’intenzione mentale.
 La struttura dello stile è molto semplice: tre forme a mani nude, una forma con un apposito manichino di legno (caratteristico del sistema), due forme con le armi: una con il bastone lungo e una con i coltelli farfalla.
Ovviamente c’è poi tutto un lavoro con il compagno con il quale si studiano le applicazioni delle varie forme e ci si dedica al lavoro principale di sensibilità e sincronismo.
 Il  “Chi Sao” è forse l’esercizio principale e caratteristico del sistema. 
Le forme servono al praticante per sviluppare la conoscenza e la preparazione necessaria della propria struttura corporea, lo studio delle fonti di energia e degli snodi psicomotori ed il loro rafforzamento, l’equilibrio, gli automatismi del movimento, lo studio dei principi del sistema, le strategie ecc. Il “Chi Sao” (mani appiccicose) sviluppa la sensibilità sulle energie cinetiche, insegna a misurarsi con un avversario che tenta di ostacolarci senza collaborare.
La preziosità di questo esercizio sta nel migliorare le capacità di attacco, difesa e contrattacco del praticante, ma migliora anche la scelta di tempo, il controllo della forza, il controllo del respiro e delle emozioni. E’ in realtà molto più che un semplice addestramento delle abilità marziali, è un vero e proprio strumento per aumentare le percezioni sensoriali su tutto il corpo; il  chi sao può essere infatti praticato introducendo l’’uso delle gambe (Chi Gerk), delle proiezioni e delle leve articolari, obbligando la mente a interrompere il suo costante lavoro di osservazione logica per dare spazio alla reattività più istintiva, libera e creativa, guidata dai principi appresi nelle forme.
E’ una sorta di induzione del corpo a trovare un’intelligenza periferica che agisca indipendentemente dalla razionalità cerebrale.

Riflessioni:
Essendo il Wing Chun un metodo di combattimento più che un’arte marziale, esso ha perso molto della sua poeticità di origine (gli insegnamenti di Ng Mui) a favore di un praticità sostanziale e del tecnicismo nell’apprendimento.
Ciò porta in parte gli allievi ad intraprendere una via un po’ cinica e fatta di confronti, più che al lavoro interiore di un artista marziale.
Tuttavia, se insegnato con il completamento che Leung Bok Chau diede a questo fantastico metodo invincibile, amalgamando questi concetti all’interno di un percorso più ampio, Il Wing Chun può fare tanto anche per lo sviluppo spirituale e psicofisico dell’atleta.
D’altronde, forme come il Siu Lim Tao (Piccola Idea) hanno in sé un bagaglio così grande di informazioni, dai concetti base alla respirazione, ad una sorta di Chi-Kung attivo da essere considerate un MUST per ogni atleta marziale.